Anna Maria Luisa dei Medici: le nozze e la devozione alla SS. Annunziata (1691)

Nelle Ricordanze del convento della SS. Annunziata si trova la memoria, di mano del padre Antonio Fabbri († 1716), delle nozze celebrate a Firenze per procura di Anna Maria Luisa dei Medici (1667-1743), figlia del granduca Cosimo III e di Giovanni Guglielmo di Neuburg, principe elettore del Palatinato in Germania.
Il lungo scritto riporta i festeggiamenti cittadini per l’avvenimento e sottolinea la devozione della principessa alla SS. Annunziata, praticata sia con le visite e le preghiere, che con la generosità materiale. Volle donare infatti all’altare della Madonna, incaricando la nonna Vittoria della Rovere, la sua veste nuziale d’argento, che fu trasformata dal banderaio Rossi in un “mantellino” (una tenda per ricoprire l’Immagine) e in dei paramenti liturgici.
Il matrimonio si rivelò felice ma non generò figli eredi. Deceduto Giovanni Guglielmo nel 1716, Anna Maria Luisa ritornò a Firenze l’anno dopo. Verso la città fu altrettanto generosa come era stata in Germania durante la sua dimora. Ebbe gusto artistico, le piacque il canto, consapevole e addolorata di essere l’ultima della casata regnante, stipulò il cosiddetto “Patto di famiglia”, per il quale è ricordata, permettendo ai beni artistici e preziosi di casa Medici di restare in città e nel granducato – “per ornamento dello Stato, per utilità del pubblico e per attirare la curiosità dei forestieri” (fu lungimirante!) – e di non essere portati via dai nuovi sovrani lorenesi. Finì i suoi giorni ritirata in un appartamento di Palazzo Pitti assegnatatole dalla Reggenza.
Gaetano Pieraccini nel saggio La stirpe dei Medici di Cafaggiolo (1924) le dedicò le ultime pagine dei tre corposi volumi e ne dette un giudizio positivo, un’eccezione per lo scrittore che pensava ai Medici come “pazzi o semipazzi”. Anna Maria Luisa soprattutto fu allegra e non volle esser di peso a nessuno. Nel 1691 a Colonia, scrisse: “... ma a volere che queste città paressero belle, non bisognerebbe esser nata a Firenze”.
Prima di partire per la Germania “si era mostrata contegnosa in pubblico e serena e perfino allegra in Corte; ma evidentemente – si nota – per non rattristare gli altri; poi piangeva amaramente nel silenzio delle sue stanze, finché il giorno della partenza non poté più frenearsi e le lacrime irruppero a torrenti sulle guance” – scrisse il Pieraccini, attingendo al nutrito carteggio del Mediceo del Principato.
Il dolore di lasciare la sua città e la famiglia traspare anche dalla Ricordanza della SS. Annunziata. Questo il testo:

“Sabato a di 5 maggio 1691.
Ricordo come la Serenissima principessa Anna Maria Luisa figliuola unica del nostro serenissimo granduca Cosimo III regnante, della cui nascita si è fatta menzione in questo in carte 101, essendo stata destinata sposa del serenissimo Giovanni Guglielmo Elettor Palatino, principe del sacro romano impero, duca di Neoburgo ecc., ricevette solennemente l’anello coniugale nella chiesa metropolitana di questa città di Firenze per mano del serenissimo Ferdinando principe di Toscana suo fratello, con l’assistenza degll’illustrissimo e reverendissimo monsignor arcivescovo Iacopo Antonio Morigia, e di tutti i nostri serenissimi principi, il dì 29 aprile scorso giorno di domenica, a hore 22. In questa sacra funzione fu accompagnata la detta serenissima sorella sposa, assisa in una maestosa non meno che ricca e vaga carrozza, da cento nobili a cavallo coll’intervento de’ serenissimi principi Ferdinando e Giovanni Gastone suoi fratelli, e col seguito di quattrocento dame in cento carrozze, precedendo a tutta questa nobilissima comitiva le carrozze di sua altezza serenissima, ovvero Guardia dei Tedeschi a cavallo. Per segno pubblico d’allegrezza di sì alto e glorioso sposalizio, il primo giorno del presente mese di maggio fu fatto il giuoco del calcio con più pompose comparse del solito, e con una bella e ingegnosa mascherata, che servì di introduzione al giuoco; e per maggior commodità degli spettatori, e nobiltà della festa, fu fabbricato un teatro magnifico che rigirava tutta la piazza di Santa Croce. Per il dì 3 del detto mese fu ordinato il corso de’ cavalli al palio, il che segui con numerosa e bella cavalcata. Il sabato, 5 detto, a hore 22 e mezza si scoperse solennemente la nostra miracolosa immagine di Santa Maria Annunziata alla prefata serenissima sposa, presenti ancora li serenissimi granduca, granduchessa Vittoria, e principe Giovanni Gastone, concorrendo alla divozione un popolo sopra ogni credere numeroso numerosissimo; e fu collocato l’assito nel mezzo di chiesa, come altrove s’è detto, per separare gli huomini dalle donne. La funzione si praticò col cantarsi primieramente al solito in canto fermo l’inno Ave Maris stella, nella santa cappella, nel qual tempo fu scoperta la sacra immagine, e dopo breve tempo ricoperta, e detto il versetto Angelus Domini etc. Dominus vobiscum etc. e le orazioni seguenti, la prima della Madonna, Deus qui de beate Mariae Virginis utero, 2a dello Spirito Santo e 3a Deus refugium nostrum et virtus, dette dal nostro reverendissimo padre maestro Leopoldo Masi fiorentino nella detta cappella, vestito con camice, stola e piviale bianco, assistito da alquanti nostri frati con cotta. Furono cantate successivamente da’ musici, su due organi pieni, le Litanie della Beata Vergine, facendo il Palazzo la musica. E col versetto Ora pro nobis etc. e orazione Gratiam tuam, terminò la funzione. Il dì seguente, giorno di domenica, 6 detto, destinato per la partenza verso la Germania, a hore 21 venne di nuovo a questa nostra chiesa la serenissima sposa, accompagnata dal serenissimo principe Giovanni Gastone, affine di venerare la Santissima Nunziata, ordinando ella al padre maestro dei novizzi, che dopo le solite Litanie della Beata Vergine, recitassero i novizi l’itinerario posto nel fine del breviario romano, stando ella presente con molta divozione. Indi, senza più tornare a Palazzo, corteggiata da tutta la nobiltà, s’inviò verso la porta di San Gallo e si portò alla villa di Pratolino, dove fu ricevuta dal serenissimo principe Ferdinando, che a quest’effetto si era colà trasferito. La mattina del dì seguente, lunedì a hore 8, il serenissimo granduca andò alla detta villa di Pratolino per augurare felice viaggio alla serenissima sposa, la quale l’istesso giorno si parti verso Bologna, accompagnata dal serenissimo principe Giovanni Gastone.
Per implorare dalla divina bontà, per intercessione della Beata Vergine, prospero il viaggio alla prefata serenissima principessa, i nostri novizzi recitarono ogni sera le Litanie della Madonna nella cappella della Santissima Nunziata, continuando le preci sin all’arrivo al luogo destinato di sua altezza elettrice, che il Signore Dio la feliciti, e colmandola di benedizioni la renda feconda madre di gloriosissima prole a benefizio della cattolica religione, e maggiore esaltazione della serenissima casa dei Medici.
Il lunedì, 7 del corrente, la serenissima granduchessa Vittoria fece consegnare al banderaio Rossi di via de’ Leoni la bella e ricca veste fabbricata di panno d’argento, che usò la prefata signora principessa sposa nella funzione del prender l’anello come sopra, ad effetto che si facesse di essa un mantellino per l’altare della Santissima Nunziata etc., come si dirà a suo luogo, quando sarà fatto. Vedi alla faccia seguente”.

“Mercoledì a dì 23 maggio detto
Ricordo, come in questo giorno, vigilia dell’Ascensione di Nostro Signore la serenissima granduchessa Vittoria mandò alla sagrestia di questa nostra chiesa un mantellino, senza arme, per l’altare della Santissima Nunziata, una pianeta con sua stola e manipolo, borsa e pezzuola da calice, e guanciale; il tutto fabbricato dalla veste della serenissima elettrice Anna Maria Luisa, lasciata a tal’effetto, come s’è accennato nella faccia di là. Il dì 30 detto fu cantata, secondo il solito, la messa votiva della Madonna alla cappella della Santissima Nunziata, con musica e cappella per la conservazione della prefata serenissima”.

Paola Ircani Menichini, 31 agosto 2023.
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